Uno sprito avventuroso
Serafino Volpi
Ceramista attivo a Deruta tra il 1916 e il 1918, Serafino Volpi ricopre l’incarico di capo fabbrica presso la manifattura “Maioliche Deruta”. A partire dal 1928 fonda, in società con Gino Veschini, una manifattura denominata “Maiolica Derutese Volpi”. L’anno successivo rimane unico titolare della ditta che rimarrà attiva fino all’inizio degli anni Cinquanta (fonte: archivioceramica.com)
Serafino Volpi è stato un elemento importante nella creazione della fama mondiale di Deruta del XX secolo, noto come uno dei più importanti centri italiani produttori di ceramica.
Volpi era un pittore, un ceramista, un uomo d’affari e, soprattutto, uno degli artisti più innovativi di quel periodo. Ebbe il coraggio di vivere in una città piena di alcuni degli artisti più brillanti e di talento che l’Italia aveva da offrire nella prima metà del XX secolo.
Nel 1916 il talento e l’innovazione di Serafino Volpi lo portarono all’attenzione della società Maiolica Deruta, dove venne assunto come direttore tecnico. Lasciò l’azienda nel 1919 per diventare uno dei fondatori della società Grazia (che è ancora oggi in funzione). Poi, nel 1928, insieme a Gino Veschini, ha creato Maiolica Derutese.
La passione di Serafino Volpi per le arti ceramiche, le sue amicizie e importanti collaborazioni con maestri decoratori come Amerigo Lunghi e Alpinolo Magnini, oltre che il suo talento, dettero alla nuova società un immediato riconoscimento internazionale. L’azienda è rimasta in attività fino al 1970 sotto la guida del figlio di Serafino Volpi e dei nipoti.
Serafino, sempre innovatore e imprenditore astuto, fu il primo a vedere l’opportunità di aprire un nuovo mercato per le sue merci. Infatti la Maiolica Derutese è stata la prima azienda italiana a introdurre arti e mestieri italiani in Giappone subito dopo la seconda guerra mondiale.
Il suo approccio era unico nel suo genere ed ebbe un grande successo. Combinò tecniche giapponesi, come il moriage (l’utilizzo di argilla liquida per dare all’oggetto un aspetto tridimensionale), con temi americani come cowboy e indiani, allora molto popolari in Giappone. Li fuse insieme e dette vita ad un suo stile, uno stile che nonostante tutto rimaneva decisamente italiano nel sapore. Altre aziende copiarono questa innovazione di Serafino Volpi, ma nessuna ebbe lo stesso successo in Giappone.
Nel 1950 Serafino Volpi lasciò Maiolica Derutese a suo figlio e aprì un nuovo studio S. Volpi. Volpi ha sempre sperimentato nuove forme e colori, ma i pezzi che produsse durante questo periodo lo caratterizzavano appieno, non avevano il tradizionale design di Deruta. Mostravano uno spirito più avventuroso, erano più moderni e liberi nello stile.
La società ha chiuso dopo pochi anni di produzione.
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